La pulizia delle memorie con Ho’oponopono
Ho’oponopono la cui traduzione è ‘to correct’ ossia correggere, come sa chi lo pratica, si prefigge di ‘mettere le cose al posto giusto’.
Pulire, come si dice in gergo riferito alle memorie indotte e offuscanti, ci rende chiara e limpida la nostra Reale Identità.
Una parte fondamentale delle nostre memorie è strettamente legata al nostro territorio e conseguentemente ai nostri antenati.
Per quanto affascinanti siano gli usi e costumi hawaiiani, il lavoro di pulizia scimmiottando canti, gesti e balli di una cultura che non ci appartiene direttamente, non avrà lo stesso effetto che ha su quel popolo discendente dagli antenati di quel luogo. La nostra pulizia dovrà consentirci di riscoprire e portare qui, in noi e nella nostra terra italica, lo Spirito di Aloha (che significa spirito di amorevole condivisione dell’energia verso i nostri simili nel presente), e non l’Aloha style.
La pulizia con Ho’oponopono ci consente di vedere finalmente al di là delle memorie acquisite e di agire nel modo più corretto, come il rapporto e la confidenza con il divino in noi e fuori di noi ci insegna momento per momento.
Per pulire è anche necessario ‘sporcarsi le mani’ nel fuori e quando è il caso invalidare ciò che non è corretto. Per essere puliti non dobbiamo voltarci dall’altra parte – o immergerci nelle distrazioni degli smartphone, dei campionati di calcio, dei capi firmati, delle apericene in – quando si assiste a soprusi, inganni e ingiustizie.
“La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vanagloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è corretto? Ma arriva il momento in cui si deve prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare ma la si deve prendere perché la propria coscienza ci dice che è giusta”.
(cit)
Quando ci facciamo sopraffare dai bisogni di soddisfazione dell’ego ci allontaniamo dall’essenza e dalla sostanza, lasciandoci ammaliare dall’esotica e colorata apparenza delle varie etnie che sentiamo affini, che abbiamo voluto conoscere e approfondire, e che prendiamo come esempio di spiritualità corretta e risonante per la nostra anima.
Praticando Ho’oponopono la connessione con il Divino in noi è individuale e non per delega
Per certo la nostra tradizione cattolico cristiana – memorie da ripulire che scorrono ancora nel nostro subconscio – non è ancora riuscita a dimostrare coerenza nelle azioni, cioè portando soluzioni a problemi concreti, continuando a imbonire il proprio gregge di pecorelle con parole e parabole ipnotiche che non trovano poi applicazione nella realtà e che alla fine ci fanno solo sentire inadeguati mentre comunicano sempre la stessa zuppa millenaria, farcita di senso di colpa e peccato.
Nel frattempo (nel 2017 dopo Cristo) tre quarti del mondo ancora continua a morire di fame e di sete (perchè in fin dei conti con pochi spicci dell’immenso patrimonio dello IOR – acronimo di Istituto per le Opere di Religione destinato a opere di carità del Vaticano – si potrebbe ‘mettere le cose al posto giusto’ per ciascuno e per tutti in un paio di giorni al massimo). Ma non è che non si possa, non si vuole… per interessi che non riguardano certo il benessere dei popoli… evidentemente.
A proposito, nel seguente video papa Francesco non sarebbe proprio a favore di Ho’oponopono come pratica individuale di connessione al Divino in sè e all’Intelligenza Universale.
Non c’è da girarci molto intorno con ulteriori filosofie, parole e giustificazioni.
PONO: l’efficacia è la misura della verità” – 7° principio Huna
Come possiamo onorare la nostra Reale Identità e quella dei nostri antenati?
Può essere un bel gioco vestirsi, cucinare, cantare, ballare con le corone di fiori al collo e anche parlare facendo ‘come se’ (fossimo un’altra razza e un altro popolo) ma se rimaniamo in superficie nei vari Mahalo, Aloha Nui Loa e altre frasi che sono incomprensibili ai più, se non tradotte, magari per mettere in risalto che ne so tanto più di te, perdiamo l’opportunità di riscoprire, valorizzare e salvaguardare le nostre tradizioni, quelle della nostra terra nativa, che è la nostra penisola considerata il gioiello del mediterraneo, un luogo meraviglioso che tutto il mondo sogna di visitare almeno una volta nella vita.
La Nostra Italia è quella Casa di prosperità e abbondanza che dobbiamo iniziare al più presto a ri-conoscere e a vivere realmente, con occhi, cuori e intenti nuovi, per riconsiderare la sua unicità e potenzialità, e soprattutto la sua natura di Madre biologica ai nostri geni e al nostro dna.
Certo, possiamo ammirare, prendere spunti e integrare da ogni buona tradizione di altri popoli, ma la nostra priorità deve essere quella di portare l’insegnamento appreso sul nostro territorio, in noi e tra la nostra gente, riscoprendo e correggendo quel passato che è nostro, dei nostri antenati, sangue del nostro sangue, perchè adesso vogliamo un presente che sia di beneficio per tutti i nostri conterranei, e non ci sarebbe bisogno di ribadirlo, desideriamo lo stesso benessere per tutti gli abitanti di ogni territorio del pianeta.
Quello che dobbiamo comprendere e accogliere, all’interno della credenza che le isole Hawaii siano principalmente un luogo sereno e pacifico fatto di canti, danze e collane di fiori (l’amica di origine hawaiiana Gloria Julia Diffen dichiara che quello in parte è l’Aloha style, l’apparenza di superficie), è che anticamente i nativi hawaiiani sono stati anche temibili guerrieri, pronti a combattere per proteggere le proprie terre dalle invasioni e dalle contaminazioni degli haole* (i non nativi profittatori, artefici di conversioni forzate del popolo hawaiiano verso il cattolicesimo) che presero possesso coattivamente delle isole.
Kapu Ku’ialua; Ku’ialua; o semplicemente Lua è un’antica arte marziale hawaiiana basata sulla rottura immediata delle ossa dell’avversario, bloccaggi articolari, lanci, manipolazione di punti di pressione, uso di varie armi, strategia di battaglia incluso l’uso delle armi da fuoco introdotte, pensate un po’, dagli europei.
Ha ancora più senso che una pratica di pacificazione, di correzione degli errori e di perdono come Ho’oponopono sia nata proprio in quei luoghi e fra quei popoli che hanno avuto molto da fare per difendersi e allinearsi a un percorso di Amore e di Giustizia che era già in loro – come in TUTTI gli esseri consapevoli – nel tradizionale e sciamanico Spirito di Aloha, e ripristinare così l’armonia, la pace e la gioia ‘per tutti gli esseri coinvolti’.
Tutto questo per dire che il mondo e tutti i luoghi dove ci siamo noi, esseri umani impauriti e perciò disconnessi dal Divino e proprio per questo disposti a reciproche scorrettezze, è letteralmente paese.
Sta sempre e solo a noi pulire, vedere, agire, cogliere, accogliere e incarnare ciò che ci consente di valorizzare la nostra esistenza insieme alla prosperità per tutti gli esseri, cominciando dalla nostra zona di competenza, dalla nostra realtà di italiani, figli del territorio ovunque chiamato “il bel paese” o “paese del Sole”; luogo dalle ricchezze naturali senza pari dove abbiamo avuto la fortuna di nascere e di vivere, luogo che tutto il mondo per tanti motivi sogna e ci invidia.
Quindi mentre puliamo incominciamo anche a riprendere confidenza e fierezza per la nostra meravigliosa terra italica, come gli hawaiiani hanno sempre fatto e ancora fanno attivamente per salvaguardare la propria patria (dal latino = la terra dei padri).
UA MAU KE EA O KA AINA I KA PONO O HAWAII il motto delle isole Hawaii significa letteralmente: “La vita della terra si perpetua nella giustizia”.
Perché tutto quello che ci riguarda direttamente parte dalla terra – come nutrimento su tutti i piani di esistenza – e si connette al Cielo, e siamo sempre e solo noi gli anelli di questo allineamento.
Lili’uokalani nata Lydia Liliʻu Loloku Walania Wewehi Kamakaʻeha (Honolulu 2 settembre 1838 – Honolulu 11 novembre 1917), ultima sovrana delle Hawaii affermò:
«‘Aloha’ è lo stato di riconoscimento della vita in un altro. Se c’era la vita c’era mana, bontà e saggezza, e se c’era la bontà e la saggezza ciò era una qualità di Dio. Si doveva riconoscere il ‘Dio della vita’ in un altro prima di dire ‘Aloha’, ma questo era facile perchè [nel passato] la vita era ovunque: tra gli alberi, i fiori, il mare, i pesci, gli uccelli, l’erba, l’arcobaleno, la roccia – in tutto il mondo era la vita – c’era Dio – tutto era Aloha. Aloha nella sua allegria, nella gioia, nella felicità, nell’abbondanza proprio a causa di Aloha, perchè quando si dava senza pensare al ritorno e per merito di Aloha si aveva mana (energia vitale).
Aloha aveva ovunque il suo mana, che non lasciava mai il donatore, ma scorreva liberamente e continuamente tra donatore e ricevente. ‘Aloha’ non poteva essere usato sconsideratamente o in maniera indiscriminata per portare il proprio potere. Nessun hawaiiano salutava un altro con ‘Aloha’ a meno che non lo sentisse nel suo cuore. Se provava rabbia o odio nel suo cuore doveva purificare se stesso prima di dire ‘Aloha’».
Keola Manuel Andrea Lucchini ci ricorda che quando a Morrnah Simeona chiesero: “Se ti entra un ladro in casa che fai?” Lei rispose: “Mi difendo… ma avrò pulito prima, durante e dopo.”
Scrive Gloria Julia Diffen: “I mezzi e canali per informarsi ci sono quindi direi che questa pagliacciata dell’aloha style deve essere sradicata dall’immaginario collettivo. Se veramente vogliamo abbracciare la spiritualità di un altro popolo è giusto che tutte le informazioni in nostro possesso siano corrette. Solo così ciò che ne uscirà potrà essere corretto e giusto. Le Hawaii hanno sempre condannato e condannano ancora oggi questa moda distorta che mira solo a lucrare sulla loro terra e cultura. A proposito dei guerrieri antichi… le donne hawaiiane quando è il caso menano più degli uomini.
Aggiungo anche che tutti quegli haole* che oggi lucrano diffondendo false e distorte notizie, sono al pari degli haole che nei secoli hanno cercato di depredare il loro territorio. Ma non ci sono mai riusciti perché ancora oggi gli hawaiiani sanno molto bene come funzionano le cose e nonostante i continui attacchi che mirano a strappare la sovranità delle loro terre, e grazie al lavoro di tutti, questo non è ancora avvenuto (almeno non nella misura in cui gli haole avrebbero voluto nel loro interesse). Un esempio è l’isola di Molokai (tutte le info su Google). È giusto che le informazioni vengano sempre verificare personalmente perché le persone non in buona fede (anche se mascherate da tali) esistono e in questa moda che riguarda il voler insegnare e diffondere Ho’oponopono e la spiritualità hawaiiana, ne ho viste talmente tante che oggi posso solo cercare di dare un freno e smascherare queste persone predatrici”.
Pertanto riprendiamo quanto prima il contatto con la nostra Terra, l’unica vera maestra alla quale possiamo affidarci per evolvere nell’imminente futuro e per poter riequilibrare il benessere e l’abbondanza per tutti i suoi figli, perchè Lei è la nostra Madre.
Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie
* Haole: da Ha, che significa “respiro” e Ole, che significa “manca”. Haole nel tempo è diventato sinonimo, anche in modo non edificante, di straniero di razza bianca non originario delle Hawaii.
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Siete grandi! grazie di esistere Un abbraccio da una salentina fuorisede
Cristina
Grazie di cuore Cristina