“L’IDENTITÀ DEL SÉ ATTRAVERSO HO’OPONOPONO è una richiesta di pentimento, perdono, trasmutazione e risoluzione dei problemi fatta alla Mente Divina – l’IO SONO, il nostro Creatore – per cancellare le memorie nella Mente Subconscia che sperimentiamo come problemi e sofferenza. Nel corso dell’eliminazione il SÉ ritorna allo stadio originale di VUOTO, CHIAREZZA e LIBERTÀ. Dal Vuoto, la Mente Divina, infonde al SÉ le perfette informazioni sotto forma di ISPIRAZIONE e ILLUMINAZIONE per l’esistenza.”
Dr. Ihaleakala Hew Len
Il perdono è interpretato perlopiù come una cosa mesta, una resa, come porgere l’altra guancia, quindi in un certo senso mettersi nella condizione di farsi mancare di rispetto per bontà, o per buonismo.
Il perdono in Ho’oponopono è qualcosa di più ampio, è un passo colmo di leggerezza e di aria buona e sana, da poter respirare immediatamente per passare oltre tutto ciò che non ha più ragione d’essere.
Eliminare il rancore e il risentimento nei confronti di se stessi e degli altri è uno dei maggiori ostacoli che ci limitano e che non ci fanno stare bene.
E quindi… che cosa è il perdono?
È un termine che ci riporta a faccende oppressive e, per come hanno fatto passare questa informazione a noi ‘peccatori’, alle nostre latitudini il ‘perdono’ ha ancora attaccati molti sensi di colpa e anche di superiorità, di litigio, di rabbia e rancore… tutta immondizia, come la chiama il Dottor Hew Len, spazzatura psichica da eliminare o quanto meno da consapevolizzare per facilitare la nostra pulizia.
Nella nostra tradizione, e parliamo dei nostri remoti ricordi e di quelli di molte altre persone non giovanissime, i discorsi sul perdono erano abbastanza pesanti, ma soprattutto questa operazione si svolgeva quasi sempre “al di fuori” di noi stessi. Cioè il termine ‘perdonare’ istintivamente ci porta all’idea di doverlo fare nei confronti di qualcun altro.
Qualcuno che ci ha fatto del male, qualcuno che si è comportato in maniera scorretta, che ci ha offeso, illuso, mancato di rispetto o che ci ha portato via qualcosa che consideravamo nostro.
In realtà, e Ho’oponopono ce lo spiega molto bene, non è possibile perdonare altri che noi stessi. Quando ci sentiamo nella posizione di ‘dover o poter perdonare’ magnanimamente un altro, in realtà siamo fermi su una parte della questione. Una parte limitata e ancora da ripulire per bene.
Se ci troviamo in un conflitto doloroso nel quale ‘facciamo fatica’ a pensare di riuscire a perdonare, non sarà certo la prima volta che questo accade alla nostra esperienza, ed è perchè ci lasciamo coinvolgere dalle nostre memorie, e non dalla pulizia, memorie che inconsciamente immettiamo nel momento presente anche se non lo vorremmo, anche se vorremmo fare meglio e soprattutto desideriamo unicamente essere pura pace.
Perciò la pulizia deve essere al nostro servizio e nella nostra attiva presenza, per farci sperimentare che non c’è bisogno di perdonare come tradizionalmente pensiamo sia corretto, assolvendo qualcuno fuori, ma dobbiamo rivolgere a noi sia la questione che la soluzione, o meglio la completa assoluzione, per poter salire un gradino nella nostra costante centratura. Se sono al centro mantengo il mio potere di creazione, se sono una bandiera sballottata dagli eventi la mia forza si riduce e si annulla.
Il perdonami del mantra in questa visione è più che mai è rivolto a noi stessi. Quando facciamo Ho’oponopono, è importante sapere che di fronte alla manifestazione di un problema stiamo dicendo: “Lo so, perdonami per la parte in me che ha dato vita a questa faccenda. Ora scelgo di vedere l’intero Disegno e di agire in coordinazione con la Legge divina.”
Il perdono, la cui etimologia è esattamente ‘per dono’, composto da per che va a rafforzare l’azione del donare, è un dono da mettere in atto, ed è da considerare principalmente un moto di compassione verso noi stessi, perchè solo noi possiamo fare questo nobile passo a favore della nostra pace interiore. La nostra pace è il primo passaggio che ci porterà nella posizione di poter fare altre scelte, che, quando siamo in turbolenza non possiamo nè fare nè vedere con lucidità.
Perdonare significa rimettere in equilibrio la nostra relazione con una persona, e quella persona siamo sempre e solo noi stessi, perchè sappiamo che l’altro, chiunque “altro” è me, anche l’essere che in questo momento mi è più indigesto. Altro che sia una persona, un fatto o una situazione.
E quindi guardando e vedendo oltre il mio personale dolore, in una dimensione di totale perdono dentro e fuori di me, svolgo il mantra con grande compassione per me, e anche per qualsiasi altro essere coinvolto:
TI AMO perchè sei me in un’altra forma
MI DISPIACE di non vedere me stesso negli altri e nelle situazioni
PERDONAMI se in me non c’è sempre la piena consapevolezza
GRAZIE perchè la riconoscenza mi fa vibrare di commozione, mostrandomi sempre l’infinita Bellezza della compassione
Ciò non vuol dire che dobbiamo continuare a porgere guance se o quando riceviamo schiaffoni che riteniamo ingiusti e immeritati. È importante e fondamentale ricordarci che Ho’oponopono si pratica come atto di liberazione personale e di coraggiosa consapevolezza, ma non come uno zerbino nè come una vittima. La pulizia è un processo di continua crescita, fatta al presente, momento per momento.
Praticando Ho’oponopono nel presente ci avviciniamo al futuro come a una lavagna immacolata, aperti a nuove relazioni leggere e pulite, senza rabbia, risentimenti, vendette o recriminazioni, perchè noi stiamo lavorando con la pulizia, nella pulizia, e il nostro unico intento è essere la pulizia.
In pratica la responsabilità è sempre la nostra anche e soprattutto nell’imparare a scegliere la qualità della nostra pace. E se la nostra pace è estremista e sul momento ci chiede di non frequentare mai più la persona o la situazione che ci fa stare male, ma che comunque vogliamo e scegliamo di perdonare… bene… seguiamo nel presente la via di pace che ci risuona di più e, quando è il caso, allontaniamo almeno momentaneamente qualsiasi fonte di turbamento, che sia una persona, un fatto o una situazione.
Un concetto che ci può aiutare è: “Io mi perdono, io ti perdono, io mi libero, io ti libero, perchè solo se io mi amo posso amarti e lasciare a entrambi il dono del perdono, termine che è anche sinonimo di presente.”
Per concludere: dobbiamo essere comunque certi – e ciascuno l’ha più volte sperimentato – che se abbiamo fiducia l’universo ci sosterrà nella maniera e nel modo più corretto per tutte le parti in causa, magari allontanando da noi senza nessun intervento da parte nostra, quello che non è per il nostro massimo bene, per la nostra coerenza e per la nostra perfetta pace interiore.
Ora e sempre, instancabilmente, pulisco nel mio:
TI AMO, MI DISPIACE, PERDONAMI, GRAZIE GRAZIE GRAZIE
Per approfondire: Meditazione Ho’oponopono del perdono