Ho’oponopono ci propone la sua cura attraverso la metafora, e realtà sciamanica, che siamo composti da una trinità interiore che è collegata alla Fonte della vita.
Ho’oponopono è una parola hawaiiana che si traduce con “correggere” e “mettere le cose al posto giusto” nell’intento di riportare pace e chiara visione dentro e fuori di noi.
Nella visione degli sciamani la vita è Viva prima durante e dopo, ed è sempre interattiva. In questa pratica quello che conta è l’adesso, perciò ‘pulire’ è la Via …momento per momento.
Pulire nell’Ho’oponopono moderno è genericamente sinonimo della recita del mantra “Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie” diffuso dal dottor Ihaleakala Hew Len, che fu l’allievo prediletto della creatrice del metodo dell’Identità del Sè la sciamana Morrnah Nalamaku Simeona. Mantra che nella metà degli anni 2000 è stato amplificato a livello mondiale dal marketer spirituale Joe Vitale.
Pulire è possibile in molti modi, oltre agli altri strumenti proposti da Ho’oponopono (mantra, acqua solarizzata blu, matita con gomma ecc) che abbiamo approfondito nel libro La Pace comincia da te e di cui parliamo nei webinar gratuiti dedicati.
Pulire è pregare in modo riconoscente, è sentirci palpitare insieme al Tutto, è accordarci al Flusso divino per accogliere nuove memorie di gioia e salute su tutti i piani della nostra esistenza.
Per l’Ho’oponopono (dell’Identità del Sé) che Morrnah Simeona ha rivisitato come pratica personale ispirata dalla formula ancestrale collettiva, siamo composti da tre Sé, e ogni esistenza del passato, del presente e del futuro nell’universo ha la stessa tripartizione.
I tre Sé che ci riguardano più visceralmente sono i componenti della nostra Famiglia interiore che è formata da
il Padre Aumakua che è sempre in contatto diretto con la Divina intelligenza
dalla Madre Uhane che siamo noi con la nostra razionalità che ci fa vivere in modo materiale e intenzionale nel mondo
e da Unihipili che è il Bambino interiore e l’ago della bilancia per poter sperimentare quella leggerezza innocente e gioiosa che pochi hanno di indole e molti se la devono conquistare strada facendo.
La Via è complessa per ogni individuo che si trovi, mai per caso, a voler (dover) comprendere il proprio personale ‘perché e senso’ in questa sua attuale esistenza.
La cosa più complessa – una notizia sconosciuta ai più – è che dobbiamo comprendere il prima possibile la completa responsabilità di ogni nostra scelta, che sia stata ribelle o influenzata o costretta da ‘altri’. Con un occhio particolare a quegli ‘altri personaggi’ che vivono tutti insieme, spesso in un baccano assordante, nella nostra interiorità.
Quando da adulti incolpiamo il fuori con convinzioni del tipo “è stata mia madre che mi ha limitato/vietato qualcosa mentre avrei potuto essere chissàchi e chissàdove”. Oppure “è stato mio padre che non mi ha facilitato/informato/fornito gli strumenti per fare quello che non ho fatto”.
O la colpa delle proprie indecisioni la si sparpaglia sugli insegnanti, sugli amici, sui maestri ma anche ai punti di riferimento ai quali ci siamo ispirati per raccapezzarci nella conoscenza di noi stessi… e alla fine non prenderci ancora la nostra piena responsabilità.
A nostro sollievo, a meno che non si sia già degli illuminati per grazia divina, l’unica strada per comprendere questa realtà a cui partecipiamo è quella esperienziale. Quindi siamo tutti semplicemente responsabili ma non colpevoli nei confronti di una faccenda così più immensa di noi.
In ogni momento della nostra esistenza occorre fare delle scelte, viverle, cercando di essere sereni e appagati e mettendo in conto malgrado le buone intenzioni e l’entusiasmo che di tanto in tanto sbaglieremo clamorosamente. Sbagliare è errare, camminare senza meta è errare. Quindi è errando che si impara a volerci bene.
Molto spesso a causa delle memorie proveremo tanto e davvero troppo dolore fermi in un pantano interiore ma pieno fino all’orlo dell’insoddisfazione che abbiamo co-creato finora.
E così, proprio a causa della nostra pulsione verso la Vita e la verità, pian piano le illusioni si scioglieranno permettendoci di vedere il filo che lega la nostra esperienza a quella di tutti gli esseri intorno a noi, mentre ci rendiamo conto del meccanismo che ci unisce tutti. E’ una sensazione di leggerezza entusiasmante, non esprimibile a parole, unire l’osservazione (presenza) e constatare che agevola ogni nostra migliore azione.
Torniamo ancora un attimo ai colpevoli esterni tramite i quali le nostre memorie scadenti argomentano per non accusare noi stessi.
Malgrado, o comunque, qualsiasi cosa essi abbiano fatto o non fatto per noi, questo influisce in modo minimo ma viene comodo.
Il problema – di chi sia la responsabilità al 100% – si svela osservando i risultati desiderati che otteniamo (o che abbiamo ottenuto o che vorremmo ottenere) nella nostra vita.
Per riposizionare la psiche, e la sua salute, è sempre bello magico e liberatorio leggere o rileggere il racconto di Neale Donald Walsch La piccola anima e il sole
Questa lettura dal tono tenero e infantile – molto adatta per calarci in una visione innocente ma responsabile – fa sì che ci si accomodi nella realtà energetica di tutta la faccenda.
Pertanto il valore di questo racconto non è solo permetterci di vedere in un altro modo ma anche quello, almeno fino alla conclusione della lettura, di guardare con tenera astrazione la maggior parte del nostro passato e di quello di tutte le persone perché generalmente, a causa delle emozioni moleste (che Ho’oponopono chiama memorie) non riusciamo a vederne il valore (reciproco) nel reale contesto della manifestazione della nostra vita. Almeno fino a questo momento.
E quindi adesso invece di perdere tempo nel ‘giudicare’ questo, quello e noi stessi bonifichiamoci perchè la pratica della nostra pulizia è la cosa prioritaria e la più importante.
Pulire è lasciare andare “quello che non è al posto giusto dentro di noi” vivendo il dono di questa esistenza con leggerezza nel cuore e nello spirito, che non significa inconsapevolmente. Sapere, vedere, ragionare e scegliere anche tra tutto ciò che ci propone il mondo ‘fuori’ fa parte del pacchetto responsabilità al 100% e a 360°.
Quando Ho’oponopono ci dice che tutto nasce e dipende da noi, intende tutto, proprio tutto quello che è all’interno del nostro mondo. Ricordiamo che ciascuno di noi è sempre in co-creazione.
Partiamo dal punto più vicino ed efficace
Dentro di noi esiste – ed esisterà per sempre – un Bambino, che “da che mondo è mondo” contiene e trasporta tutte le nostre emozioni.
Spesso il nostro Bambino interiore ne ha incamerato talmente tante di memorie destabilizzanti, tra quelle ereditate imparate inventate e imposte, che è a dir poco spaventato, sfiduciato e a volte tragicamente piagnucoloso. I suoi sogni non se li ricorda più, certo può essere un bambino furbo come lo scugnizzo che fa di necessità virtù ma non è un bambino felice. Lo è a tratti ma non per molto tempo perchè è intrappolato su un ottovolante emotivo e questo lo stressa profondamente. Finchè non impariamo a ri-conoscerlo e a prenderci cura di lui.
Questo non significa che non crescerà mai bensì che con le dovute – da parte nostra – cure e attenzioni (presenza) il nostro Unihipili potrà percepire e trasmetterci finalmente leggerezza e gioia di vivere, insieme alla direzione più autentica per lui/noi in questa attuale incarnazione.
Senza andare nel profondo di questa sfaccettatura (la teoria della Reincarnazione) ognuno ‘sente’ e qualcuno anche ‘vede’ che la realtà non è solo quella della cosiddetta materia tangibile.
Malgrado le memorie collettive e sociali spingano da tempo verso la razional-digitalizzazione è il lasciarsi vivere nel ‘sentire’ ciò che ci apre alla possibilità di un Qualcosa di più vasto.
In questo momento epocale è fondamentale non trattenere più tutti i cumuli di memorie che ci impediscono di ‘vedere’ il nostro ruolo interattivo, quello più consono all’ambiente terrestre e divino che abitiamo.
LA FAVOLA DEI DUE LUPI
Un giorno, un nonno e suo nipote si fermano a guardare il tramontare del sole. In quel mentre, il bambino chiede al nonno, un saggio capo Cherokee:
“Nonno, perché gli uomini combattono?”Il vecchio, con voce calma, gli risponde:
“Ogni uomo, prima o poi è chiamato a farlo. Per ogni uomo c’è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perché lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi.” “Quali lupi nonno?” “Quelli che ogni uomo porta dentro di sé.”Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l’attimo di silenzio che aveva lasciato cadere tra loro, forse per accendere la sua curiosità.
Infine il vecchio che aveva dentro di sé la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo. “Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, menzogna ed egoismo.” Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto.
“E l’altro?” “L’altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede.” Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e alla sua riflessione. “E quale lupo vince?” Il vecchio Cherokee si girò a guardarlo e rispose con occhi puliti: “Quello che nutri di più.” (dal web)
Nel nostro caso possiamo sostituire i lupi con il nostro lupetto-Bambino interiore che, oltre al peso doloroso delle memorie ha tra le sue doti, come ruolo familiare nella sua piena salute, essere un insegnante di ‘gioia di vivere’. Quella gioia cristallina e innocente che è propria dei bambini fiduciosi perchè amati e rispettati.
La gioia di vivere non può manifestarsi se ci lasciamo continuamente sommergere e travolgere da ricordi (che non è detto siano reali o interpretati) che mantengono il nostro terreno biologico in una situazione insoddisfatta e stagnante (in quanto ancora momentaneamente ignorante delle infinite possibilità).
E quindi ogni volta che ci sentiamo tristi, incompresi, rancorosi o boicottati stiamo facendo un bagno nelle memorie (reali? inventate? percepite? coltivate?) che stanno espandendo l’essenza della nostra emanazione, nei confronti di cosa stiamo provando e quindi nutrendo adesso.
Se vuoi essere triste nessuno al mondo può renderti felice.
Ma se decidi di essere felice nessuno e niente può toglierti la felicità!
(Paramahansa Yogananda)
Tutti gli esseri in un modo o nell’altro lavorano su di sé e tutti gli esseri senzienti fanno ragionamenti e associazioni (memorie ereditate, indotte o per qualsiasi motivo sostenute) e successivamente tutti facciamo delle scelte. In ogni istante della nostra vita, dall’inizio.
Ho’oponopono come prima ‘regola’ ci insegna che siamo responsabili al 100% di ogni nostra manifestazione. E quindi di ogni pensiero, parola, azione che ha generato qualsiasi nostra concretizzazione.
Sembra tanto, sembra troppo… ma da quando può partire tutto questo enorme potere?
Da occidentali materialisti è difficile crederci pensando alle possibilità e alle conoscenze immature di un bambino, che per altro spesso in questo mondo scorretto non viene indirizzato verso le cose corrette.
Se sommiamo questa condizione alle informazioni perlopiù fuorvianti che arrivano come insegnamenti sociali e considerati nella norma – dentro la quale essere riconosciuti come sani di mente e degni di rispetto – con le scelte e imposizioni del sistema, la faccenda si fa ardua a partire dall’inizio.
Dubita, perchè il dubbio non è un peccato, ma un segno di intelligenza.
Dubita e continua a ricercare fino a quando arriverai a scoprire.
Osho
Cosa può desiderare un cucciolo d’uomo quando lo fa ricalcando gli insegnamenti (e soprattutto gli esempi che vanno ancora più in profondità) che riceve? Condivisioni che possono essere sagge e perfette o immensamente mancanti perché trasmesse da genitori e company che non sempre cercano di fare del loro meglio o che davvero non ‘possono’ farlo?
Ma anche qui: come giudicare “gli altri” visto che il prima possibile dobbiamo comprendere di essere responsabili al 100% di tutto ciò che siamo, e di ciò che abbiamo detto fatto pensato agito o reagito da che siamo in questo mondo? Come ugualmente responsabili saremo nel dopo e anche nel prima della nostra vita energetica eterna.
Pertanto adesso, dopo aver osservato questo groviglio di umane emozioni, diciamoci subito un bel “Grazie per la bellezza che porto nel mondo”!
E ora facciamo insieme un bel respiro liberatorio, uniamolo a un sorriso altrettanto bello e riconoscente mentre con accorta gentilezza “solo per oggi” fluiamo nella vita connessi alla Terra e al Cielo e a ogni creatura.
Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie Ed è fatto!
sul retro di questo dipinto del 1965 è apposta questa dicitura nel 1966
“LO SPIRITO DELLE ROSE”
Ogni cosa ha il proprio spirito che agisce in funzione del Creato.
Per chi ne è degno e sa riconoscerlo, lo spirito delle cose ci viene
incontro nei momenti del dolore,
Più di quanto sappiano farlo gli uomini.
Di qui la miracolosa magia che ogni cosa porta in se stessa.
Gustavo Rol – 29 MAGGIO 1966
Lo spirito delle rose, 1965, olio su tela, 88×70 cm