Oggi 29 Settembre è la ricorrenza degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, che sono Spiriti Celesti luminosissimi, ai quali vengono affidate missioni importanti.
Michele significa “Chi è come Dio?” ed è il nemico attivo di Satana;
Gabriele è “Forza di Dio” e annuncia il potere divino;
Raffaele ovvero “Dio guarisce”, il soccorritore.
Perché si chiamano arcangeli?
La parola Arcangelo deriva dalle parole greche “Arc” che significa “principale” e “angelo” che è “messaggero di Dio”. Secondo San Gregorio Magno: “Coloro che trasmettono messaggi minori si chiamano angeli, quelli che annunciano cose di grande importanza si chiamano arcangeli”.
Il compito dei tre Arcangeli, oltre alla contemplazione di Dio, è comunicare all’uomo in modi diversi la sua volontà, essere ispirazione per gli esseri umani, catalizzatori della Grazia divina per loro.
Cosa possiamo trarre concretamente da queste estetiche – in quanto apportano e mostrano la divina bellezza – e risonanti, pertanto estremamente potenti, commemorazioni?
Cogliamone il Bene, la correttezza, la forza, la gioia di vivere, la bellezza di corpo, mente e spirito spirito nella condivisione di pensieri, parole e azioni elevate, benefiche e colme di benedizioni.
“Solo per oggi”:
Il mio intento di pulizia è nel Bene, con il Bene e sempre per il Bene
per me e per tutti quelli che conosco,
e per tutti quelli che conoscono gli esseri che io non conosco.
Perchè so che siamo tutti un’unica energia umana quanto divina, nessuno escluso.
Pertanto la mia pulizia interiore è per tutti noi umanità e per il Tutto
in quel ‘bene’ senza equivoci, disquisizioni e inutili interpretazioni.
Semplicemente, teneramente, compassionevolmente per me e per tutti
Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie
E così è fatto💓
Nella tradizione chi sono i Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele
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In seguito alla riforma del calendario liturgico del 1969, la Chiesa ricorda insieme i tre arcangeli nel giorno che in precedenza era dedicato al solo san Michele (il 24 marzo cadeva la festa di san Gabriele e il 24 ottobre quella di san Raffaele).
Michele – già dal significato del nome, «Chi è come Dio?» – esprime l’onnipotenza del Creatore assieme all’umiltà dell’arcangelo, come ben descritto da san Gregorio Magno: «Quando deve compiersi qualcosa che richiede grande coraggio e forza, si dice che è mandato Michele, perché si possa comprendere, dall’azione e dal nome, che nessuno può agire come Dio»
Il Libro di Daniele lo chiama «il gran principe» che vigila sui figli del popolo di Dio e l’Apocalisse fa capire perché la Chiesa lo veneri come principe delle milizie celesti, avversario di Satana e degli altri angeli ribelli: «Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo» (Ap 12, 7-8). Dopo la celebre visione avuta verso il 1884, Leone XIII compose una preghiera a san Michele che fu recitata al termine di ogni Messa non cantata fino al 1964, quando l’istruzione Inter Oecumenici la fece cadere in disuso a livello liturgico.
Gabriele, «Fortezza di Dio», è scelto dall’Onnipotente per il messaggio centrale nella storia della salvezza: annunciare la nascita di Gesù alla Vergine Maria, che onora chiamandola «piena di grazia», in perfetto accordo con la volontà divina. Come riporta l’evangelista Luca, Gabriele aveva annunciato sei mesi prima la nascita di Giovanni Battista, apparendo nel tempio a Zaccaria.
La sua figura testimonia bene come Antico e Nuovo Testamento si illuminino a vicenda: proprio lui spiega a Daniele la profezia delle «settanta settimane» (490 anni per l’esegesi) che sarebbero passate prima di «mettere i sigilli ai peccati, espiare l’iniquità, stabilire una giustizia eterna, suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei Santi» (cfr. Dn 9, 21-27), prefigurazione della prima venuta di Cristo e della sua Redenzione. La Chiesa lo ha eletto patrono dei lavoratori delle comunicazioni.
Raffaele, «Medicina di Dio», compare nel Libro di Tobia, dove si rivela inizialmente in forma umana con il nome di Azaria: è lui che accompagna Tobia nel viaggio per riscuotere un vecchio credito del padre, un uomo generoso nel fare elemosine e diventato cieco. Lungo il viaggio Raffaele aiuta Tobia a sposare Sara, lo esorta a pregare insieme a lei e ne libera il matrimonio dagli attacchi del diavolo, che fino ad allora aveva tormentato la giovane facendole morire tutti i mariti alla prima notte di nozze.
Al ritorno a casa, il padre di Tobia guarisce dalla cecità grazie alla sua intercessione. Prima di risalire in cielo, si rivela come Raffaele, «uno dei sette angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore». Con un versetto simile l’Apocalisse presenta gli angeli a cui vengono date le sette trombe all’apertura del settimo sigillo. Raffaele è patrono di ammalati, fidanzati, sposi e viaggiatori.