La voce dell’angelo di Mariangela Alberti
Le mie mani aperte verso di te vado a levare:
ti do la mia pace, in modo che pace dentro tu possa ascoltare,
una pace dolce, una pace profonda,
una pace che come armonia poi sgorghi da te e dalla tua interiore onda,
una pace che poi si possa trasmettere, lentamente e dolcemente,
in modo che chi ti sta attorno possa ricevere ciò che tu saprai dare sempre più ampiamente.
La pace è segno di armistizio interiore,
dove ogni conflitto si scioglie perché dentro si trova la goccia infinita che porta all’amore.
Ogni conflitto, ogni guerra
lentamente s’assopisce
come se fosse assorbito dalla Terra
così l’uomo di luce s’illimpidisce
e ritrova dell’Universo l’armonia
allora il suo canto si trasforma nell’universale sinfonia
e tutto riprende il giusto equilibrio ed il giusto movimento.
La pace come sorriso, come apertura, come accettazione nel profondo dentro.
Mariangela Alberti è anche l’autrice di “Anima, Grafologia e Ho’oponopono” un testo che puoi scaricare gratuitamente QUI
2 Comments
Grazie Mariangela per questo dono così ben curato, senza refusi che potessero distrarmi, e aperto sulla tua anima. Domande ne avrei molte, ma una fra tutte preme maggiormente in me: ho bisogno del contatto di un medium, qualcuno che possa fare da tramite per me … Comunico al di là del velo fin da bambina, ma questa volta l’esigenza di vedere ancora oltre, oltre l’ umano dolore che ho scoperto può ottundere la mente ed il cuore, si mantiene via via nel tempo imperante.
Ho seguito l’impulso di chiedere a te e ti ringrazio anche se la risposta arriverà per altra via.
Grazie,
M.
Mia cara Marta,
per come comprendo io le tue parole, stai cercando un lume per superare quell’ostacolo al vivere che il dolore produce. Non ti serve qualcuno che ti faccia da intermediario per dialogare con l’invisibile: questa cosa la sai fare da sola, anche se è ovvio che quando il coinvolgimento emotivo è forte la percezione sottile viene obnubilata.
Il dolore è un grande tema che attraversa la vita degli umani e su cui i più consapevoli si interrogano al di là delle risposte preconfezionate delle religioni. So per esperienza che dare un senso al dolore, capirne la funzione, fa davvero la differenza tra il vivere con serenità ed il vivere malamente.
Quella che per me è, nel merito, una prospettiva adeguata, io l’ho avuta da Sai Baba una trentina di anni fa. Egli mi disse che il dolore è l’unico stimolo che abbia forza sufficiente per spingere l’uomo a porsi delle domande, a modificarsi, a trovare nuovi equilibri, in altre parole a progredire. Diversamente l’uomo si conserverebbe sempre com’è. Inoltre un particolare tipo di dolore non arriva a caso, ma è quello giusto per noi, richiamato dal nostro assetto interiore, al fine di apprendere quella tal lezione. Se la assimiliamo quel dolore non torna più, se non la assimiliamo del tutto esso torna in forma sempre più attenuata fino ad apprendimento completato.
Ho potuto osservare che quando accettiamo di sentire il dolore, senza mettere in campo le difese del cervello, perdiamo l’ego, diventiamo umili e ci guardiamo dentro. E’ in questo modo che, se lo scegliamo, andiamo a contattare la nostra parte di anima. Ed è lì poi che troviamo le risposte e la pace.
Certo farlo non è proprio come dirlo e mi rendo conto che se ora sei nel dolore, queste parole ti daranno poca consolazione, ma, se ci stiamo scrivendo su queste pagine, già sai che le due splendide persone che gestiscono questo sito offrono uno strumento che facilita il lasciar andare ed il contatto con il nostro Sé divino. Mettendoci l’intenzione e la fiducia, la pratica di ho’oponopono può essere un ottimo aiuto per portarsi al di là dei tormenti.
Anche se si trattasse di un lutto, vederlo dal punto di vista dell’anima rende più consistente la coscienza della illusorietà della separazione.
Un caldo e avvolgente abbraccio da parte mia cara Marta.