Tutti noi ci siamo trovati in una situazione del genere: i legami con qualcuno si sono spezzati, ma i sentimenti, e a volte i risentimenti, i pensieri e le parole destinate a quella persona continuano a traboccare dalla nostra psiche o dal nostro cuore invadendo troppi spazi dentro di noi.
Per noi umani le relazioni possono concludersi in vari modi, qualche volta si dissolvono da sole, perdendo progressivamente energia, altre volte si interrompono quando non siamo pronti a dire addio.
Questo può accadere in tanti contesti: un amico o un partner ci abbandona, perdiamo il lavoro inaspettatamente, o qualcuno muore.
Un cambiamento repentino, o inaspettato, lascia molte questioni irrisolte. Le parole – insieme alle considerazioni, accumulate nel corso degli anni rimangono non dette, le emozioni legate alla conclusione non trovano sfogo.
L’incapacità di comunicare, per diverse ragioni, può tormentare una persona per lungo tempo; spesso, nella propria mente, si ripetono conversazioni mai avvenute, dialoghi immaginari che non troveranno mai un luogo reale in cui svolgersi ma che, allo stesso tempo, diventano ritornelli ossessivi che generano ansia e qualche volta attacchi di panico, o addirittura malattie.
In situazioni così complesse o difficilmente affrontabili ciò che di meglio, e di più potente, si possa fare è scrivere una lettera.
Questo non implica necessariamente inviarla, ma può essere un modo per liberare la propria mente dai monologhi interni e dai sentimenti intensi che stanno influenzando, quasi mai in modo benevolo, la qualità della vostra vita.
La bellezza di questa pratica – che è una vera e propria terapia – sta nel fatto che potete esprimere liberamente ciò che volete, nella forma che vi risulta più confortevole. Potete chiedere perdono, urlare di rabbia, dichiarare amore. La lettera offre anche un beneficio aggiuntivo: ci consente di correggere passato presente e futuro mettendo tutto al proprio posto.
“Mettere le cose al posto giusto” è sempre produttivo di bene e di benessere e, insieme a “correggere”, è il significato letterale della parola Ho’oponopono.
Ricordate che è importante scrivere a mano e farlo su carta.
Trovate un luogo tranquillo e un momento in cui sarete indisturbati, e anche questo è fondamentale, dato che potrebbero emergere emozioni intense, perchè potreste piangere, gridare o aver bisogno di lasciarvi andare liberamente.
La lunghezza della lettera non importa, né se sarà lunga o breve, o persino se conterrà solo una riga. Potete esprimere il vostro dolore, la vostra rabbia, le vostre delusioni o tutto il vostro amorevole perdono. Pertanto non ci sono limiti.
E ora? La decisione sta a voi. È consigliabile non conservare la lettera. Potete optare per un rito di “cremazione”, un gesto simbolico di purificazione come sono tutti i rituali con il fuoco.
In molte culture le fiamme sono considerate purificatorie e bruciare la lettera può essere visto come un modo per farla “arrivare” dove le parole non possono essere spedite.
Questa pratica può sembrare un po’ mistica , lo è ed è anche incredibilmente liberatoria ed estremamente potente. Infatti questa azione ‘attiva’ può letteralmente reintegrarci – renderci integri – sostenendoci profondamente in quelle situazioni nelle quali non possiamo o non ci sentiamo di comunicare nel modo migliore i nostri sentimenti o il nostro commiato definitivo.
(da una conversazione di T. Dnischeva)
Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie
E’ fatto!