Buongiorno ogni giorno perchè
momento per momento
con affetto e tenerezza e senza nessuna maldicenza
io mi do la mia Pace
“Perché si sente continuamente parlare male del prossimo?
Tutti credono di rimetterci qualcosa di proprio se riconoscono negli altri il minimo merito”.
(Johann Wolfgang Goethe tedesco, 28 agosto 1749 – 22 marzo 1832)
“Anche quando un uomo parla male a ragione delle persone, deve farlo con moderazione”.
(Maksim Gorky russo, 28 agosto 1749 – 22 marzo 1832)
“Mai parlare male di voi stessi. Ci penseranno i vostri amici ad affrontare a sufficienza l’argomento”.
(Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord francese, 2 febbraio 1754 – 17 maggio 1838)
“Se la gente parla male di te, vivi in modo tale che nessuno possa crederle”.
(Platone greco, 428/427 a.C. – 348/347 a.C)
“La Pace sia con Te,
Tutta la mia Pace.
La Pace che è “Io”,
La Pace che è “Io Sono”.
La Pace per Sempre,
Ora e per Sempre, e Sempre.
Vi do la mia Pace a Te,
Vi lascio la mia Pace.
Non la Pace del mondo,
Ma solo la mia Pace.
La Pace dell’Io”.
(Morrnah Nalamaku Simeona hawaiiana,
19 maggio 1913 – 11 febbraio 1992)
Dopo aver considerato tutto quello che è stato esposto dalle citazioni in apertura degli autori, che sono di ogni epoca e parte del mondo, è giunto il momento di guardarci allo specchio e coltivare l’amore per noi stessi.
L’atto di pulirci, in senso fisico e spirituale, ci insegna una profonda verità: “gli altri” sono, in realtà, una parte di noi stessi.
L’atto di vederci nello specchio non si limita alla superficie riflettente. Guardare dentro di noi significa riconoscere che le connessioni tra le persone vanno oltre le apparenze esterne. La pulizia, in questo contesto, diventa un simbolo di consapevolezza, una lente attraverso cui possiamo riconoscere la nostra interconnessione con gli altri.
Nel riflesso dello specchio non vediamo solo il nostro aspetto fisico ma ci confrontiamo con la nostra essenza interiore. L’atto di volerci bene diventa un’invocazione alla compassione, un riconoscimento che, in fondo, siamo tutti legati da una rete invisibile di esperienze, emozioni e desideri.
Questo non è solo un esercizio di auto-amore, ma anche un invito a estendere quell’amore agli altri.
Quando comprendiamo che “gli altri” sono una riflessione di noi stessi, diventiamo più inclini a praticare la gentilezza, la comprensione e la solidarietà. Ciò che vediamo negli occhi degli altri è una parte di noi, e questo rafforza il concetto che, in fondo, siamo tutti accomunati dalla nostra umanità.
In conclusione, la ‘riflessione’ – termine da comprendere in tutte le sue molteplici sfumature e significati – davanti allo specchio diventa un rituale di connessione e consapevolezza.
Guardandoci profondamente non solo riconosciamo la nostra unicità ma abbracciamo anche la nostra interdipendenza con gli altri.
La pulizia diventa così un mezzo per vedere oltre le apparenze e le emozioni superficiali intuendo il senso non casuale, e il nesso, di ogni esistenza. Questo ci consente di abbracciare la nostra e l’intera umanità con ancora più compassione e accettazione.
TI AMO perchè sei me in un’altra forma
PERDONAMI se in me non c’è sempre la piena consapevolezza
MI DISPIACE di non vedere me stesso negli altri e nelle situazioni
GRAZIE perchè la riconoscenza mi fa vibrare di commozione, mostrandomi sempre l’infinita Bellezza della compassione.
E ogni Bene è fatto mentre lo sto facendo