Qualche giorno fa, mentre postavamo l’articolo per Masaru Emoto, abbiamo sentito forte e chiaro un impulso, che il prossimo post lo avremmo dedicato a Bob Randall.
Stamattina abbiamo ricevuto un messaggio da parte degli organizzatori del Cerchio della Vita, i Gendai Reiki di Trieste – che lo hanno portato più volte in Italia facendo conoscere Bob anche nel nostro paese.
Il messaggio di stamattina sul cellulare ci informava che Bob è partito per il Grande Viaggio Aldilà: “Cari amici, la grande anima di Bob Randall è tornata al tempo del sogno. Lui era un punto di arrivo e allo stesso tempo inarrivabile… Quella figura tanto vicina a quelle anime che sembrano leggende come Gandhi… Diceva l’ultima volta a Modena che eravamo suoi nipoti e che per lui era una cosa seri e importante… ora abbiamo perso il nonno… dovrebbe voler dire che siamo pronti in qualche modo… ma qualcosa nel mondo non sarà più la stessa…”
Bob Randall è stato un anziano della tribù Yankunytjatjara, custode della tradizione di Uluru, fino a oggi 12 maggio 2015.
Nato nel 1927 nella regione centrale del deserto del Territorio del Nord, in Australia, è stato uno degli oltre 100.000 bambini aborigeni allontanati con la forza dalle loro famiglie tra il 1910 e il 1970 per essere rieducati e cresciuti secondo la cultura dell’uomo bianco.
Il popolo aborigeno chiama questi bambini “La Generazione Rubata”. Dopo gli anni infelici della sua giovinezza egli conobbe e sposò Amy, una donna della tribù Amadjera (anche lei appartenente alla “Generazione Rubata”).
Bob Randall, ha dedicato tutta la sua vita per proteggere la cultura aborigena, consapevole di come ogni essere sia connesso ad ogni altro essere e che tutti gli esseri sono parte di una enorme famiglia.
Questo generava in lui un senso di responsabilità e di amore incondizionato.
Come rappresentante della cultura aborigena australiana insegnava il rispetto per la Terra e la Natura che ci circonda. Perché tutti noi siamo parte del tutto.
Un detto aborigeno recita: “La terra non ci appartiene, siamo noi che apparteniamo alla terra.”
Vogliamo ringraziare Bob per la sincronicità dell’intenzione che avevamo fatto per lui, che consideriamo un suo saluto e abbraccio speciale.
Ricordiamo con affetto e commozione, il primo contatto che avemmo con lui, che fu in diretta skype, quando nel 2010 non riuscì ad essere presente fisicamente a Trieste, poichè non stava abbastanza bene per affrontare un lungo viaggio intercontinentale.
Con amore di nipoti ci uniamo al grande Amore che ha generato sul pianeta e lo accompagniamo con il cuore e la massima luce, sapendo che il suo Amore e la sua grande saggezza possono espandersi ancora di più adesso, e la sua energia essere ancora più vicino a chi lo ha amato, ma anche a chi lo conosce solo da oggi.
Grazie Zio Bob!