Buongiorno ogni giorno nel SILENZIO interiore per “percepire la Voce del Divino Creatore“.
Perchè pulire significa entrare nel Flusso della vita con cuore aperto, abbracciando l’istante con riconoscenza, fede ed energia creativa:
Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie
“In questo disordine sgraziato di vanterie ed esibizioni,
l’eleganza del silenzio, la delicatezza del ritrarsi,
la forza del prendersi cura delle piccole cose.
Rarità”.
(Fabrizio Caramagna)
Il silenzio è uno spazio sacro di trasformazione, un territorio interiore dove tutto può accadere senza il bisogno di parole o movimenti. Non è assenza bensì profonda e vibrante presenza.
Il silenzio è quella dimensione in cui l’essere si svela, si raccoglie, si comprende. Come una stanza pulita che aspetta di essere abitata il silenzio è accoglienza totale.
La pulizia di cui parliamo non è solo un riordino esteriore ma un riassetto dell’anima. È un gesto di cura che va oltre l’organizzazione materiale, diventa un atto meditativo, una pratica di consapevolezza. Quando ordiniamo uno spazio stiamo in realtà ordinando i nostri pensieri, liberando la mente da ingombri e sovrastrutture inutili.
Entrare nel silenzio significa arrendersi al flusso della vita, abbandonare i dubbi che ci trattengono, le paure che ci paralizzano. È un atto di fiducia profonda, un lasciarsi andare con entusiasmo verso l’ignoto. Come un fiume che scorre il silenzio non oppone resistenza, accoglie tutto ciò che incontra, trasforma ogni ostacolo in morbidezza e possibilità.
Le parole “Ti Amo Mi Dispiace Perdonami Grazie” diventano in questo spazio silenzioso più che semplici espressioni. Sono chiavi che aprono stanze interiori, ponti che connettono esseri, energie che guariscono ferite. Nel silenzio queste parole vibrano con una intensità diversa, spogliate dalle difese razionali, nude nella loro essenza più pura.
Amare significa accogliere senza giudizio, perdonare significa liberarsi dal peso del rancore, ringraziare significa riconoscere la bellezza di ogni istante. Tutto questo può accadere lasciando andare, nel silenzio, dove non servono spiegazioni, dove l’intimità è totale e la comunicazione con tutti i mondi trascende le parole.
“Ascoltiamo troppo il telefono e ascoltiamo troppo poco la natura. Il vento è uno dei miei suoni. Un suono solitario, forse, ma rilassante. Ognuno di noi dovrebbe avere il proprio suono personale e il suo ascolto dovrebbe renderlo euforico e vivo, o silenzioso e tranquillo… È un dato di fatto, uno dei suoni più importanti – e per me il suono per definizione – è il totale, assoluto silenzio”.
(André Kostelanetz 1901- 1980)
Il silenzio è uno spazio di rigenerazione. Come un grembo materno, nutre, protegge, permette la trasformazione. Non è vuoto ma pienezza. Non è assenza ma presenza concentrata. È quel luogo interno dove l’anima respira, dove i pensieri depositano le loro maschere, dove tutto ciò di cui necessitiamo può finalmente rivelarsi.
Ogni volta che scegliamo il silenzio compiamo un atto rivoluzionario. Rinunciamo al rumore esteriore per ascoltare la musica interiore. Sospendiamo il giudizio per aprirci alle infinite possibilità a nostra disposizione. Rinunciamo al controllo per affidarci al Flusso.
Vivere nel silenzio non significa isolarsi ma essere così pienamente presenti da poter accogliere ogni esperienza con trasparenza e leggerezza. È uno stato di meditazione continua, un atteggiamento di apertura totale, una danza con la vita che non ha bisogno di spiegazioni.
“C’è un silenzio del cielo prima del temporale, delle foreste prima che si levi il vento,
del mare calmo della sera, di quelli che si amano, della nostra anima,
poi c’è un silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato”.
(Romano Battaglia).
sento il canto del Divino Creatore
(canzone)