In un mondo che sembra sempre più orientato verso l’individualismo e l’acquisizione personale c’è una saggezza antica che merita di essere riscoperta.
La frase “Date e vi sarà dato”, tratta dal Vangelo di Luca (6:38), offre una prospettiva sorprendentemente attuale sul valore della generosità e dei suoi frutti nelle nostre vite.
A prima vista l’idea di dare per ricevere potrebbe sembrare controintuitiva. Dopo tutto non si rischia di perdere qualcosa donando? Eppure esplorando più a fondo questo concetto, si scopre un principio profondo che va ben oltre il semplice scambio materiale, che per altro in determinate occasioni è importante se non doveroso. Perchè quando agiamo nella Legge di Risonanza, ogni atto di reciprocità senza condizioni ci immette nel flusso della benedizione, della riconoscenza e del ritorno a noi di “ogni bene”.
Consideriamo per un momento le varie forme che il “dare” può assumere nella vita quotidiana. Non si tratta solo di denaro o beni materiali. Si può donare tempo, ascoltando un amico in difficoltà. Si può condividere conoscenza aiutando un collega con un problema. Si può offrire un sorriso o una parola gentile a uno sconosciuto per strada. Si può offrire il proprio supporto invece di chiedere solo nel momento del proprio bisogno.
Questi gesti, apparentemente piccoli, possono avere un effetto sorprendente non solo su chi li riceve ma anche su chi li compie.
È interessante notare come spesso l’atto di dare crei un ciclo virtuoso. Quando si dona senza aspettarsi nulla in cambio si innesca una reazione continuativa di positività. Chi riceve un gesto di gentilezza è più propenso a sua volta a essere gentile e attento con gli altri. In questo modo un singolo atto può moltiplicarsi, creando un’onda di generosità che si propaga ben oltre il gesto iniziale.
Ma i benefici del dare non si limitano all’impatto sugli altri. Chi pratica la generosità spesso riferisce un aumentato senso di benessere personale, e questo apre a ricevere meglio e più frequentemente dal sistema energetico che ci comprende tutti.
Diversi studi hanno dimostrato che l’atto di donare, ma anche quello di contraccambiare, può ridurre lo stress, aumentare la soddisfazione personale e persino migliorare la salute fisica. È come se, paradossalmente, arricchissimo noi stessi attraverso l’atto di dare agli altri.
Naturalmente in un mondo che premia l’egoismo adottare una mentalità del dare può sembrare difficile. Ci si potrebbe chiedere: “Non c’è il rischio che qualcuno ne approfitti?”. È una preoccupazione legittima ma forse la chiave sta nel cambiare prospettiva. Invece di concentrarsi su potenziali abusi si potrebbe considerare quanto bene si può fare anche con piccoli gesti quotidiani. Un approccio pratico è quindi quello di iniziare con piccoli atti di generosità.
Potrebbe trattarsi di offrire un complimento sincero, dedicare qualche minuto ad ascoltare veramente qualcuno o fare un gesto di cortesia inaspettato. L’importante è farlo senza aspettarsi nulla in cambio semplicemente per il piacere di contribuire positivamente alla vita di qualcun altro.
Con il tempo si potrà notare un cambiamento sottile ma concreto: le relazioni potrebbero diventare più profonde e la fiducia e la stima diventare più importanti. Si potrebbe sviluppare una maggiore empatia e comprensione verso gli altri e, forse ancora più essenziale, si potrebbe scoprire un rinnovato senso di scopo e connessione con il mondo circostante.
“Date e vi sarà dato” non è solo un precetto religioso ma una profonda verità sulla natura umana e sulle dinamiche sociali. In un’epoca in cui molti sono concentrati sul “prendere” riscoprire il potere del dare può trasformare non solo le vite individuali ma anche le comunità e, potenzialmente, il mondo intero.
La prossima volta che ci si trova a chiedersi “Cosa posso ottenere?”, potrebbe valere la pena di riflettere invece su “Cosa posso dare?”. Si potrebbe scoprire che, paradossalmente, è proprio nel dare che si ricevono alcune delle ricompense più preziose della vita. Non male per una saggezza di duemila anni fa, vero?
Da una lettera di Gustavo Rol del 12 settembre 1986:
“(…) Ritengo di poter chiudere gli occhi confortato dalla persuasione di non aver mai fatto del male ma di aver dato di me stesso quanto di meglio possedevo.
E ne avrete le prove, perché io credo fermamente in un’altra vita ove conosceremo tutto di noi e di coloro con i quali abbiamo condiviso la prova severa della nostra esistenza terrena (…)”.
“Io sono la grondaia”, C.Ferrari, pp.174-175