Nella cultura popolare, questa festività è riconosciuta per la consuetudine di benedire ceri e candele nelle chiese. Durante la cerimonia liturgica, le candele vengono benedette, simboleggianti Cristo come “luce per illuminare le genti”.
1 e 2 Febbraio: Imbolc, Candelora, la Festa della Luce
Questa sera si conclude una delle feste più antiche dell’umanità, associata ad un passaggio stagionale in cui il freddo e il buio dell’inverno cominciano a lasciare spazio al ritorno della luce e del calore, iniziando un processo che si concluderà con l’Equinozio di Primavera, il 21 di Marzo: sono diverse le tradizioni che in molte culture celebrano in questa ricorrenza un momento di purificazione e di nuova luce.
Nella tradizione celtica la notte tra il 1° e il 2 Febbraio corrisponde a Imbolc, la cui origine astronomica fa riferimento alla levata eliaca (ovvero la comparsa all’orizzonte al momento dell’alba) della stella Capella della costellazione dell’Auriga: il termine Imbolc può essere tradotto sia come “Festa delle piogge”, ancora abbondanti in questo periodo e funzionali al lavaggio della Terra, ma anche come “nel grembo”, facendo riferimento in particolare alla nascita degli agnelli, simbolo di purezza e candore, e alla possibilità di avere quindi latte, cibo, carne e lana per la sopravvivenza nella nuova stagione.
In questa festività veniva celebrata la dea Brigit, divinità complessa e potente, associata al fuoco e alla luce, protettrice dei poeti, dei guaritori ma anche dei fabbri, riflettendo la sua natura di triplice energia Femminile dell’arte e dell’ispirazione, della cura e della fertilità, ma anche della forza e delle arti marziali (e per questo accostata ad Atena/Minerva del pantheon greco-romano).
La runa associata a questo periodo è Algiz, che rappresenta il sacrificio, la purificazione, la creazione dello spazio sacro: come un’antenna cosmica, rappresenta l’unione del piano terreno con quello spirituale e Divino, il lasciarsi andare al proprio destino, affidandosi completamente a una volontà superiore, preparandosi ad accogliere qualsiasi segno, indicazione o ispirazione.
Secondo alcune tradizioni, assieme a Brigid (che rappresenta la Grande Dea Madre, il Femminile Sacro) in questo periodo si risveglia anche Cernunnos, il “dio cornuto” (rappresentato con corna di cervo) associato allo spirito animale selvaggio della sessualità, della riproduzione, della caccia, della vita, una forma del Maschile Sacro fecondante: simbolicamente rappresenta la fine del letargo animale, il risveglio dopo il lungo sonno, la ripresa della forza riproduttiva della natura.
É interessante riscontrare un chiaro parallelismo con la tradizione romana, secondo la quale con il mese di Febbraio iniziava una purificazione necessaria per iniziare il nuovo ciclo vitale, e la grande Dea Madre latina, Giunone, veniva celebrata con l’epiteto di Giunone Februata (“februare” significa letteralmanete purificare, espiare): era usanza che le donne girassero per la casa e per la città con delle fiaccole accese come forma di pulizia degli spazi pubblici e privati.
A Giunone Februata (o dea Februa) era accostato Fauno Luperco, divinità degli armenti e della natura, la cui festività (i Lupercalia, alle idi di Febbraio, il 15 del mese) comportava la purificazione dei corpi per favorire la fecondità (soprattutto per le donne che non avevano ancora partorito), prima dell’unione che avveniva in maniera rituale.
Secondo un’altra tradizione, in questo periodo si celebrava anche una festa in onore di Cerere, dea Madre della natura e delle messi, che nel periodo invernale vagava sulla terra disperata alla ricerca della figlia Proserpina, rapita da Plutone: le donne, solidali con la dea, percorrevano a loro volta le campagne con delle fiaccole, per aiutare Cerere nella sua ricerca e invitare in questo modo il ritorno della Primavera/Proserpina.
Le candele, simbolo tradizionale della Candelora
Nella tradizione cristiana, in questi giorni si festeggia la Candelora, che richiama un evento narrato del Vangelo, ovvero la presentazione di Gesù Bambino al tempio: secondo la legge mosaica infatti, la donna che aveva partorito un figlio maschio era considerata “impura” per 40 giorni, durante i quali i due dovevano rimanere chiusi in casa e presentarsi poi al tempio per una purificazione, che permetteva a entrambi di farsi vedere in pubblico.
Oltre alla purificazione di Maria, in questa circostanza avviene anche una sorta di seconda Epifania, quando il sacerdote Simeone e la profetessa Anna nel vedere Gesù Bambino riconoscono in lui il Messia atteso della tradizione ebraica, portatore di luce e salvezza: le candele benedette in questa occasione permettono la creazione di uno spazio sacro nelle case dei fedeli.
In alcune zone del Brasile (a Bahia, principalmente) la Candelora è una festa dedicata a Nossa Senhora das Candeias, sincretizzata con l’orishà Yemanjà, colei che rappresenta l’amore materno, divinità delle acque del mare e degli oceani: proprio in riva al mare vengono allestite celebrazioni e cerimonie di purificazione o preparate offerte, che vengono portate al largo con delle imbarcazioni e affidate alle onde del mare.
Dura invece 24 giorni (ma culmina il 2 febbraio) la Fiesta de la Virgen de la Candelaria a Puno, in Perù, che coinvolge tutta la popolazione in processioni, danze, canti e celebrazioni; la stessa celebrazione è considerata una festa nazionale anche nelle Canarie, in particolare a Tenerife.
In accordo con l’energia di questo momento, possiamo cogliere l’occasione per pulire, purificare e preparare il terreno al ritorno della stagione primaverile, concentrandoci sul proposito di rigenerare la nostra forza interiore.
Articolo a cura di Sundara Simone Bongiovanni