Carissimi Silvia e Sandro
il 16 Maggio 2016 compariva sul vostro blog 108grani un post a mia firma dal titolo “Memorie di un “ex” Compositore diventato “grande”… [Breve biografia personale passando per le note a 432Hz]” e dall’incipit abbastanza sibillino “La musica è stata per me un salvagente di sicurezza…” che faceva preludere ad accadimenti salvifici, un passato tormentato, memorie di tempi “creativi” e “lontani” soppiantati da un passato un po’ triste, grigio e malinconico.
Non che sia passato così tanto tempo (parliamo di circa 7 anni) ma tutto quel senso di malinconia, ricordo, “Sehnsucht” per dirla alla tedesca (o meglio secondo lo stile romantico ottocentesco tedesco) può dirsi oggi abbastanza se non del tutto diradato. I problemi più contingenti sono altri, come andrà il prossimo concorso, supererò l’esame, riuscirò a completare il pellegrinaggio di dieci kilometri mettendo a dura prova il mio fisico e le mie piante dei piedi?
Perché in questi anni sono diventato più ascetico, ho continuato il percorso di Ho’oponopono (che secondo me è uno dei pochi in grado di accompagnarci per tutta la vita), sono passato da Hatha-Yoga, da una serie interminabile di esercizi e posizioni fisiche, e sono finalmente approdato al mare-magnum, sono tornato a casa, ho riaperto il coperchio del pianoforte e mi sono rimesso a suonare (e come corollario imprescindibile, a studiare sugli 88 tasti del mio pianoforte a coda).
Hanno visto la luce decine di composizioni, più o meno orecchiabili, tutte rigorosamente scritte quando ancora ero autodidatta e mi arrangiavo in perfetta solitudine a conteggiare intervalli, rapporti e scale secondo i nebulosi ricordi che il Conservatorio mi aveva lasciato durante l’adolescenza.
Eppure così doveva andare, dovevo passare dagli anni “bui” dell’esistenza per approdare a una maggiore consapevolezza e ritrovarmi di nuovo, 25 anni dopo, a fronteggiare quella scelta che a 18 anni non ero riuscito a portare a termine, il diploma di pianoforte e il percorso musicale di cui avevo un vero e proprio terrore. Un terrore emotivo, nato dall’idea di non riuscire a gestire le mie emozioni, o addirittura di non averle, e per questo di non essere adatto a un percorso musicale seppure avevo comunque una certa manualità che mi consentiva di districarmi abbastanza bene sugli 88 tasti bianchi e neri.
Vi scrivo queste cose non perché sia arrivato a qualche punto fermo, quanto piuttosto perché sono ripartito, mi sono rimesso in viaggio in modo piuttosto deciso e determinato. E come in tutti i viaggi che si rispettano, ho lasciato a casa parecchie cose per alleggerire il bagaglio tra cui le scarpe in senso metaforico ma anche fisico perché tra le varie idee che mi sono messo in testa c’è quella di camminare senza scarpe per fare una esperienza di maggiore contatto con il terreno e di comunione con la Natura, una sorta di pellegrinaggio in senso lato.
Questa idea è poi andata a nozze con una altra idea di rinnovamento dello spirito, in senso artistico, e quindi patatrac la frittata è fatta e mi sono ritrovato esattamente come in questa foto, artista a piedi nudi!!
Insomma, un bel pout-pourri di nuove energie si sono avvicendate nella mia vita, una sorta di salto evolutivo la cui carica dirompente proviene da Ho’oponopono che ha poi riversato in tanti altri settori la sua potenza e la sua energia. Vorrei approdare ad un porto sicuro nella musica ma devo ancora godermi il viaggio prima di poter parlare di sicurezze.. al momento so per certo che mi attende un palco su cui suonare e parecchi kilometri di strade da percorrere senza scarpe!!
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